Il convegno “fare agricoltura senza danneggiare le api”-Veneto agricoltura
Il convegno “fare agricoltura senza danneggiare le api”-Veneto agricoltura

Il convegno “fare agricoltura senza danneggiare le api”-Veneto agricoltura

Salvaguardare il lavoro di apicoltori e agricoltori
PROGRAMMA
Ore 9.30 – Indirizzi di saluto – Alberto Negro, Direttore Veneto Agricoltura
Ore 9.45 – Si può produrre mais senza danneggiare le api? – Lorenzo Furlan, Veneto Agricoltura
Ore 10.30 – Una viticoltura senza insetticidi di sintesi? – Carlo Duso, Università di Padova
Ore 10.50 – Monitoraggio degli eventi di moria e spopolamento degli alveari – Franco Mutinelli,
Centro di referenza nazionale per l’apicoltura – Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
Ore 11.10 – Interventi pubblici a supporto dell’apicoltura – Jacopo Testoni, Regione del Veneto
Ore 11.30 – Interventi delle Associazioni degli apicoltori e delle Organizzazioni agricole
Ore 12.00 – Conclusione dei lavori

L’intervento del presidente di Apimarca al termine del convegno del 25-6-2018

Quando ad un funzionario regionale si presenta una problematica, questi si attiva, trova il finanziamento, istruisce il progetto, si dà l’incarico e viene risolta la criticità, quel funzionario ha fatto egregiamente il suo lavoro.      E’ il dr. Testoni.

2018 Progetto “Caratteristiche della cera d’api (fogli cerei) possibili ricadute sull’allevamento delle api “ € 50.000,00 di soldi dei veneti.
é noto lo sforzo di Apimarca affinché i soldi fossero spesi quale contributo agli apicoltori per le attrezzature e laboratori. E’ stato deciso diversamente e vi abbiamo aderito. Il 10 aprile è stato presentato il progetto in regione: 26.000 fogli cerei di cera convenzionale distribuiti gratis agli apicoltori aderenti al progetto. A più riprese abbiamo chiesto le analisi prima dell’inserimento in apiario (ricordo che vige l’autocontrollo sul materiale in entrata in azienda) ma inutilmente.
Ho aderito al progetto sia come presidente di Apimarca che come azienda famigliare bio perché volevo conoscere quanto in basso era stata posta l’asticella della qualità dell’apicoltura in veneto.
Volutamente si sono esclusi gli apicoltori bio da un progetto finanziato con i soldi dei veneti (ricordo che ad esempio il fluvalinate è ammesso nel bio purchè non superi i 100 ppb e quindi conoscendo prima le analisi, anche questi vi avrebbero potuto aderire).
Le analisi le abbiamo fatte fare noi ai 2 lotti di fogli cerei ricevuti da IZSVe: un cocktail di molecole soprattutto acaricidi (fluvalinate 1597 ppb) che agiscono su diversi bersagli e quindi molteplicità di esposizione per l’alveare; addirittura la presenza di molecole di acaricidi non ammessi in
apicoltura e a dosi elevatissime (la propargite 552 ppb per la quale viene previsto il DL50/ape);
addirittura la presenza del 6-9% di paraffina che nulla centra nella composizione della cera d’ape
.
Abbiamo impiegato 10 anni per raggiungere un limite <10 ppb di acaricidi antivarroa nella cera lavorata collettivamente e ora magari perchè arriva gratis ….
Le problematiche degli alveari possono entrare dalla porticina di volo (quando con i trampoli si tratta il mais o in questo periodo la vite contro la flavescenza ma anche entrare dal coprifavo, ad opera dell’apicoltore, con gli antivarroa non ammessi o a dosaggio errato, con le nutrizioni errate e magari con la cera inquinata.

Per noi il foglio cereo è paragonabile al lenzuolo, alla tovaglia su cui crescono i nostri figli e nipoti; per voi sanitari il favo è sempre stato la carta di identità dei trattamenti che l’apicoltore aveva fatto nel tempo ai suoi alveari; noi questa carta di identità non vogliamo appiccicarla all’apicoltura veneta.

Cassian Rino
Presidente di Apimarca
Tecnico Apistico della Regione Veneto

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